La piccola, di appena un mese e mezzo, è stata colpita dal sole per un’esposizione prolungata. Intervento d’urgenza grazie al tempestivo allarme lanciato da un medico fuori servizio.
JESOLO – Sabato mattina, spiaggia piena. Sotto il sole di luglio, tra bambini che giocano e genitori sdraiati all’ombra, un pianto stridulo rompe il ritmo lento delle onde. Non era il solito capriccio da spiaggia. Un medico in vacanza, seduto poco distante, si è alzato dalla sdraio e ha seguito il richiamo. Ha visto la piccola, una neonata di appena un mese e mezzo, distesa senza ombra né protezione su un lettino da spiaggia, con la pelle virata dal rosso al violaceo. Era sola, ma i genitori erano lì vicino. Una famiglia ucraina con altri due figli, forse ignara della gravità della situazione.
Il medico ha capito subito. Ha parlato con i genitori e ha chiamato il 118. Gli operatori sono arrivati in pochi minuti, ma la madre inizialmente non voleva separarsi dalla bambina. Era confusa, impaurita. Dopo un breve confronto, ha accettato l’intervento. La neonata è stata portata via avvolta in un telo, tra lo sguardo muto dei bagnanti e lo shock degli stessi genitori.
Trasferimento urgente e condizioni cliniche
Il primo trasporto è stato all’ospedale di San Donà di Piave, poi il trasferimento al reparto pediatrico specializzato di Padova, dove la bambina è attualmente ricoverata. I medici hanno confermato ustioni solari gravi su diverse parti del corpo, compatibili con prolungata esposizione diretta. Le condizioni sono serie, ma al momento stabili. Il rischio più immediato sembra scongiurato, ma restano necessarie ore di osservazione e terapia intensiva per evitare complicazioni legate alla disidratazione e al danneggiamento cutaneo.

La dinamica è ora al vaglio delle forze dell’ordine, che stanno ricostruendo con esattezza quanto accaduto. Al momento non si ipotizzano reati: la madre era presente, e l’assenza di protezione o ombra non sembra legata a un abbandono volontario. Si parla piuttosto di imprudenza o mancanza di consapevolezza sui rischi dell’esposizione al sole in tenera età.
La vicenda ha lasciato un segno sulla spiaggia. Molti testimoni hanno riferito di non riuscire a togliersi dalla testa l’immagine della bambina tra le braccia degli operatori, il silenzio improvviso del tratto di litorale dove si è consumato l’episodio, il gesto istintivo ma decisivo del medico. È stato lui a fare la differenza, in un contesto dove pochi avevano compreso il pericolo.
Il ruolo decisivo del medico e l’attesa in ospedale
L’uomo che ha dato l’allarme non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Secondo quanto ricostruito, non esercita in Veneto e si trovava a Jesolo solo per qualche giorno di riposo. Aveva giurato sulla vita, anni prima, ma sabato non era in servizio. Eppure si è mosso con lucidità, leggendo tra i segni sul corpo della bambina e il timore negli occhi dei genitori.
Dalla direzione sanitaria del reparto pediatrico di Padova, fonti interne confermano che la bambina “ha risposto bene ai primi interventi”, anche se il quadro clinico resta delicato. Le prossime ore saranno decisive per valutare la ripresa. I genitori, assistiti da un interprete, sono in ospedale e rimangono accanto alla figlia. I due fratellini sono stati temporaneamente affidati ad altri parenti che si trovano in zona.
Jesolo, intanto, continua la sua estate. Ma tra i tanti che sabato hanno assistito alla scena, nessuno dimentica quello che è successo. Non era solo un caso di disattenzione sotto l’ombrellone. Era una vita in pericolo, salvata per un soffio. E per chi c’era, anche ora, il sole ha un colore diverso.