Condizionatore acceso o spento quando non sei in casa? Lo studio che cambia le regole

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Lasci il condizionatore spento quando esci? vediamo se questo influisce o no sui consumi-trevisolavora.it

Franco Vallesi

14 Agosto 2025

Un test universitario analizza tre scenari d’uso e rivela qual è il metodo più conveniente per raffreddare casa durante l’estate.

Con il caldo intenso che sta colpendo molte città italiane, l’uso del condizionatore è ormai inevitabile, soprattutto per chi resta in casa o lavora da remoto. Ma una domanda divide utenti e famiglie da anni: conviene davvero lasciare l’aria condizionata accesa tutto il giorno per mantenere costante la temperatura interna, oppure è meglio spegnerla e riaccenderla solo al proprio rientro?

Per rispondere con dati certi, un gruppo di ingegneri dell’Università del Colorado di Boulder ha condotto un esperimento pubblicato su The Conversation, simulando i consumi energetici in tre scenari diversi e con tre tipologie di condizionatori. I risultati, calcolati con un software termico specifico, offrono risposte utili per chi vuole risparmiare e al tempo stesso ridurre l’impatto ambientale.

Tre scenari a confronto per capire cosa consuma di più

Il test ha simulato l’uso del condizionatore in una casa di 110 metri quadrati, valutando gli effetti sia in un clima secco come quello dell’Arizona sia in uno più umido come in Georgia. I tre scenari si differenziano per il modo in cui viene utilizzato il climatizzatore: nel primo, l’aria condizionata è rimasta accesa in modo continuo per otto ore a una temperatura interna di 24,4°C. Nel secondo, il condizionatore è stato completamente spento durante l’assenza dei residenti (con picchi interni fino a 31°C) e riacceso solo al rientro. Nel terzo, l’impianto è rimasto in funzione a una temperatura più alta, pari a 28°C, per tutta la giornata.

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Oltre alla gestione degli orari, i ricercatori hanno preso in esame anche tre tipologie di impianti: un sistema centralizzato tradizionale, una pompa di calore aria-aria e il più moderno mini-split, spesso installato per climatizzare singoli ambienti. Quest’ultimo, pur richiedendo un’installazione più costosa, ha mostrato ottime prestazioni in termini di efficienza e flessibilità.

A influenzare i consumi non è solo l’apparecchio: il ruolo dell’isolamento termico dell’edificio è determinante. Una casa con cappotto esterno o infissi performanti trattiene meglio la temperatura e riduce la necessità di raffreddamento continuo. Diverso è il discorso per le abitazioni con scarso isolamento, dove la temperatura interna tende a salire molto di più durante il giorno. Il clima esterno incide altrettanto: in Arizona il caldo secco è più facilmente gestibile, mentre in Georgia l’umidità costringe gli impianti a lavorare di più per deumidificare l’aria, con un dispendio energetico maggiore.

Spegnere conviene sempre, anche con i sistemi più avanzati

I dati raccolti parlano chiaro. Lasciare il condizionatore acceso per ore, anche in modalità notturna o a temperatura elevata, non porta a un risparmio, anzi. Il secondo scenario – quello in cui il climatizzatore viene attivato solo al rientro in casa – ha registrato consumi inferiori rispetto agli altri due. In alcuni casi, l’energia consumata è risultata inferiore dell’11%.

Nello specifico, il modello che ha mantenuto la temperatura a 24,4°C per otto ore ha consumato circa 1043 kWh all’anno, mentre quello acceso solo alla sera ne ha richiesti 919 kWh. Anche se può sembrare controintuitivo, il “colpo” iniziale richiesto per raffreddare una casa calda non è sufficiente a superare i consumi dell’accensione continua.

Il motivo è semplice: il calore accumulato durante la giornata ha un limite, e raffreddare ambienti surriscaldati richiede sì uno sforzo maggiore iniziale, ma complessivamente meno energia. Questo vale anche per impianti efficienti e moderni come i mini-split, che permettono di climatizzare a zone e ridurre i costi nel tempo.

L’esperimento conferma che la strategia vincente è quella del “meno è meglio”: spegnere il condizionatore quando non si è in casa resta, oggi come ieri, la scelta più vantaggiosa. Non solo per la bolletta, ma anche per l’ambiente.

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