Dalla scelta del posto giusto ai dissuasori naturali: tutto quello che serve sapere per non trovarsi un cinghiale fuori dalla tenda.
Accamparsi nei boschi italiani richiede più attenzione di quanto sembri, soprattutto quando si parla di cinghiali. Animali diffusi in molte regioni, abituati alla presenza dell’uomo e spesso attratti da odori intensi, possono avvicinarsi anche ai campi più ben organizzati. Eppure, con qualche accorgimento mirato, è possibile evitare situazioni pericolose e rendere il proprio campo un luogo sicuro. I campeggiatori esperti lo sanno: è tutta questione di preparazione e prevenzione.
Chi decide di piantare una tenda deve osservare l’ambiente: terreno smosso, escrementi freschi o sentieri marcati possono indicare il passaggio abituale dei cinghiali. In quei casi meglio allontanarsi. Meglio scegliere spazi aperti e visibili, lontani da corsi d’acqua e zone fitte di vegetazione, dove gli animali si muovono più spesso. Tenere il cibo ben chiuso e lontano dalla zona notte è un’altra regola base: niente snack dimenticati, niente dentifricio lasciato sul prato. Ogni odore può trasformarsi in un invito.
Barriere fisiche, odori sgraditi e rumori forti: come difendersi nel modo giusto
Chi campeggia in libertà ha spesso mezzi limitati, ma con qualche soluzione semplice è possibile creare un perimetro difensivo efficace. Alcuni escursionisti scelgono piccoli recinti elettrificati da viaggio, leggeri e facilmente trasportabili, che funzionano a bassa tensione. Altri si affidano a spray repellenti e dissuasori sonori. Un semplice allarme portatile o una torcia stroboscopica può bastare per tenere lontani gli animali durante le ore notturne.
Sul fronte “naturale”, piante come rosmarino, aglio e salvia possono aiutare, anche se la loro efficacia dipende dalla quantità e dalla persistenza degli odori. Meglio ancora affidarsi a prodotti specifici come i disabituanti a base di essenze forti, pensati per scoraggiare l’avvicinamento senza nuocere all’ambiente.

In zone dove la presenza dei cinghiali è nota, alcuni campeggiatori preferiscono montare due aree distinte: una per dormire, una più lontana per mangiare e cucinare. Un piccolo sacrificio logistico che riduce drasticamente il rischio di ritrovarsi un cinghiale curioso accanto alla tenda.
Non va dimenticato che anche altri animali, come volpi o tassi, possono rappresentare un problema, seppur minore. La regola resta sempre la stessa: nessuna traccia di cibo deve restare in zona.
Come comportarsi in caso di incontro: rimanere calmi può fare la differenza
Se ci si imbatte in un cinghiale, mantenere la calma è la prima difesa. Sono animali schivi, ma possono reagire se si sentono minacciati. Mai correre, mai urlare senza motivo, mai voltare le spalle. Meglio alzare le braccia, farsi vedere, emettere suoni metallici per segnalare la propria presenza. Questo spesso basta a scoraggiare l’animale e a spingerlo a cambiare direzione.
Chi campeggia con regolarità ha imparato a monitorare il campo al tramonto, a non lasciare tracce, a non usare alimenti con odori troppo forti. Anche lo spazzolino può attirare un cinghiale se lasciato fuori con dentifricio aromatizzato. Tutto deve essere riposto in sacche ermetiche o custodito in auto, se presente.
Non a caso, gli escursionisti esperti osservano le abitudini della fauna locale, studiano le tracce, ascoltano i suoni del bosco prima di scegliere dove dormire. In questo modo, riducono al minimo le probabilità di un incontro ravvicinato.
Infine, va ricordato che la natura non è un luogo da conquistare, ma da rispettare. Anche i cinghiali hanno i loro percorsi, i loro tempi, e spesso sono solo in cerca di cibo. Chi sa organizzarsi bene, può godersi la bellezza della notte nel bosco senza brutte sorprese.