Firmato l’accordo per l’area Funzioni Centrali: ecco chi guadagna di più e da quando parte il pagamento.
È stato siglato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per l’Area Funzioni Centrali 2022-2024, con aumenti consistenti e arretrati a cinque cifre. L’intesa, firmata il 29 luglio 2025 presso l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), riguarda oltre 6.160 dirigenti e professionisti delle amministrazioni centrali dello Stato, e introduce una serie di misure economiche e normative destinate a cambiare sensibilmente il trattamento dei dipendenti pubblici di alto profilo.
L’accordo, sottoscritto dalla maggioranza delle sigle sindacali — esclusa la firma immediata di Cgil e Uil, che si sono riservate ulteriori valutazioni — è il frutto di una trattativa durata meno di tre mesi. Il rinnovo arriva dopo anni di attesa e mira a riconoscere il lavoro svolto da chi opera nei settori chiave della macchina amministrativa statale.
Tra le novità principali, spiccano aumenti salariali medi di 558 euro lordi mensili, con decorrenza retroattiva da gennaio 2024. Per i dirigenti di prima fascia, l’incremento sale fino a 980 euro al mese, mentre per quelli di seconda fascia si attesta intorno ai 545 euro mensili. Ma non è tutto: per compensare il mancato rinnovo degli anni precedenti, il contratto prevede arretrati medi di circa 9.400 euro da erogare entro l’autunno 2025.
Welfare, lavoro agile e formazione digitale: le altre novità
Il contratto non si limita agli aspetti retributivi. Tra gli elementi centrali del nuovo CCNL ci sono infatti interventi sul welfare integrativo, una disciplina aggiornata sul lavoro agile e un investimento concreto sulla formazione continua, in particolare sulle competenze digitali.
Le nuove regole sul lavoro agile puntano a migliorare l’equilibrio tra vita privata e professionale, introducendo maggiore flessibilità e linee guida nazionali condivise. Questo cambiamento si inserisce in una visione più moderna dell’organizzazione del lavoro pubblico, pensata per rispondere alle esigenze della digitalizzazione e dell’efficienza.

Il rinnovo potenzia anche il welfare integrativo, con nuove tutele per reddito, salute, istruzione e cultura. L’obiettivo è rafforzare la protezione sociale dei dipendenti e fornire strumenti concreti per affrontare le difficoltà economiche e familiari. Sul fronte della formazione, particolare attenzione è stata riservata all’intelligenza artificiale e ai modelli linguistici, sempre più centrali nelle attività delle pubbliche amministrazioni.
Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha sottolineato l’importanza del risultato raggiunto, evidenziando come il nuovo contratto rappresenti non solo una risposta economica, ma anche un passaggio strategico verso l’innovazione e il rafforzamento della PA. In un contesto economico difficile per la finanza pubblica, il rinnovo è un segnale di fiducia verso i professionisti dello Stato.
Una firma attesa che ridisegna il futuro del lavoro pubblico
Il rinnovo del contratto per le Funzioni Centrali rappresenta una svolta tanto sul piano economico quanto su quello organizzativo. Gli aumenti stipendiali e gli arretrati attesi costituiscono un riconoscimento tangibile, ma è l’intero impianto normativo a segnare un cambio di passo. L’obiettivo non è soltanto premiare il passato, ma investire sul futuro della Pubblica Amministrazione, rendendola più moderna, preparata e attrattiva.
Nel quadro delle riforme in corso e delle sfide imposte dalla transizione digitale e dalla complessità amministrativa, valorizzare chi lavora ogni giorno nei gangli centrali dello Stato diventa cruciale. Il contratto appena firmato è un primo tassello. La tenuta del patto con i lavoratori pubblici, ora, si misurerà nei fatti.